L’8 dicembre 1990, un gruppo di studenti e professori delle Università di Tirana divennero gli iniziatori e i protagonisti della svolta storica: le proteste pacifiche che abbatterono il sistema comunista e segnarono la nascita della democrazia, con lo slogan “Vogliamo che l’Albania sia come tutta l’Europa”. Per questo motivo, oggi celebriamo la Giornata Nazionale della Gioventù, dichiarata festa nazionale nel 2009. La data viene commemorata ogni anno in onore di tutti gli studenti del dicembre 1990 e di tutta la gioventù albanese. Trentacinque anni fa, un gruppo di studenti e professori sferrò il primo “colpo” simbolico alla dittatura, rovesciando il regime comunista durato cinquant’anni attraverso le proteste organizzate a partire dal quartiere della “Città degli Studenti” verso la piazza centrale della capitale. Innescarono la grande trasformazione storica del Paese, insorgendo in manifestazioni che portarono alla caduta del sistema comunista e all’avvento della democrazia. Con l’appello “Vogliamo che l’Albania sia come tutta l’Europa”, i giovani chiedevano l’affermazione dei valori democratici occidentali, lo stato di diritto, l’integrazione europea e la garanzia del pluralismo politico come fondamento di una società libera e democratica.

Il Movimento Studentesco del 1990 rimane l’unico movimento pacifico che ha cambiato il corso della storia dell’Albania. La notte dell’8 dicembre, circa 300 studenti diedero inizio a quello che sarebbe poi stato conosciuto come il Movimento Studentesco del ’90. Iniziò quando si spensero le luci della Città degli Studenti. Organizzati, marciarono dalla Città degli Studenti verso il centro di Tirana. Quella notte, il loro corteo si fermò tra il campus e il viale principale, senza poter incrociare intellettuali o professori. Le loro file crescevano di minuto in minuto, raggiungendo quasi 1.000 persone… ma nell’oscurità, poliziotti con i caschi, unità speciali e numerosi agenti della Sicurezza di Stato apparivano da ogni parte. Usarono ogni mezzo per fermarli… ma gli studenti non si fermarono, né quella notte né nei giorni successivi.
Il giorno successivo, il 9 dicembre, gli studenti indirizzarono a Ramiz Alia una chiara lista di richieste, chiedendo pluralismo politico, libertà di parola e l’accelerazione delle riforme democratiche. Le proteste continuarono per i due giorni successivi, fino alla sera dell’11 dicembre, quando, durante un incontro con Ramiz Alia, fu confermato il pluralismo politico. Subito dopo il ritorno da quell’incontro, gli studenti ne annunciarono l’approvazione e iniziarono a organizzarsi per la fondazione del Partito Democratico. Il Movimento Studentesco continuò con ulteriori manifestazioni e azioni all’inizio del 1991, fino allo sciopero della fame che culminò a mezzogiorno del 20 febbraio 1991, quando gli studenti, sostenuti dai professori e da molti cittadini di Tirana, entrarono in Piazza Skanderbeg, abbattendo la statua del dittatore comunista e ponendo fine al regime. Questo atto storico aprì finalmente la strada alla libertà per gli albanesi dopo quasi mezzo secolo di oppressione.