Molte tracce del regime dittatoriale sono andate perdute, alcune a causa dell’odio, altre per il desiderio di vivere una nuova vita e lasciarsi alle spalle un doloroso passato. Ciò nondimeno la guida vi aiuterà a comprendere la sofferenza di questo paese e della sua gente sotto uno dei più longevi regimi totalitari dell’Europa dell’est. L’Albania ha sofferto 50 anni di isolamento, indizi del suo amaro passato si trovano sparsi per tutta Tirana.
Museo di Storia Nazionale – Si tratta del più grande museo della nazione e ospita un padiglione interamente dedicato al periodo comunista e ai crimini commessi da questo verso i cittadini. Sono esposti documenti, foto e altri reperti di quell’oscuro periodo dal 1944 al 1990. È possibile visionare una lista delle persone giustiziate come prigionieri politici, soprattutto ingegneri, preti cattolici, artisti ed intellettuali. Nel 1967 l’Albania si autoproclama paese laico e viene condotta una campagna di terrore nei confronti di persone e luoghi religiosi. Circa 740 moschee, 607 chiese ortodosse e monasteri, 157 chiese cattoliche e 530 tekke Bektashi sono state chiuse, demolite o tramutate in altro. Il padiglione riporta diverse testimonianze di prigionieri perseguitati dal regime.
La Casa delle Foglie è il più recente dei musei albanesi e probabilmente il più affascinante. È considerato l’equivalente del Museo della Stasi dell’ex Germania dell’est. Le foglie hanno un duplice significato: indicano le tracce nascoste nel bosco, ma anche il lascito di registri e dossier sugli albanesi. Scoprire cosa si nascondeva nella sede del Servizio Nazionale di Intelligence, chiamata anche Casa delle Spie, vi lascerà senza parole. La casa in origine fu costruita nel 1931 con la funzione iniziale di clinica medica. Durante la II guerra mondiale, durante l’occupazione tedesca, ne prese possesso la Gestapo. Conclusa la guerra, il governo albanese la recuperò trasformandola in uffici di sicurezza ed investigazione. Nel gennaio 2015 è stata resa nota al pubblico l’intenzione di farne un museo. Si trova nel cuore della città, davanti alla Cattedrale ortodossa e vicino alla Banca Nazionale. Il museo è stato aperto al pubblico il 23 maggio 2017.
Piramide - Non tralasciate una visita alla Piramide. Costruita dalla figlia del dittatore Hoxha come mausoleo dopo la morte del padre, oggi è un simbolo e un’attrazione per il turismo. Anche se il design è intrigante, non c’è più nulla dell’epoca da vedere al suo interno. In ogni caso rimane un ricordo dell’amaro passato dell’Albania.
Monumento del checkpoint – Questo monumento è un memoriale del periodo di isolamento comunista e commemora i prigionieri politici del regime. È posizionato sul lato del viale principale di fronte agli edifici governativi. Creato dalla collaborazione del dissidente Fatos Lubonja e dell’artista Adrian Isufi, il monumento si compone di tre elementi di spicco: un piccolo bunker difensivo in calcestruzzo di quelli che deturpavano il paese; vari supporti in calcestruzzo provenienti dalla miniera del campo di lavoro Spac, dove migliaia di prigionieri politici furono incarcerati tra il 1968 e il 1990; una variopinta sezione del muro di Berlino, da Postdamer Platz che un tempo divideva la Germania in due.